A seguito dell’ultimo nostro post, non siamo mancati neanche qualche giorno dopo all’incontro del 15 Giugno 2013 a Palazzo Marino organizzato dall’Associazione Riaprire I Navigli, dal titolo “Rifacciamo Milano con l’acqua”.

Si parte bene: c’é un clima di forte interesse, la sala è affollatissima e faticosamente riusciamo a sederci negli ultimi posti disponibili.
Apre l’incontro l’intervento di Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale di Milano che pone al centro dell’attenzione la sovranità dei cittadini (che con il referendum hanno decisamente espresso un parere positivo alla riapertura) ma con una nota di prudenza per “questi tempi difficili”, riconosce però di non essere un esperto dell’argomento.
Si cede quindi la parola al Presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli Roberto Biscardini. Con la stessa convinzione con cui aveva aperto i precedenti incontri, indica che la strada da percorrere è l’ipotesi di uno scenario progettuale unitario e complessivo delle acque di Milano, che oltre all’elevato valore di qualità urbana, avrebbe un costo inferiore a quello che attualmente viene speso ad oggi per la gestione dei danni e delle operazioni di manutenzione che necessita il sistema idraulico cittadino (vedi in particolare il problema delle piene del Seveso).
E’ importante pensare all’assetto del bacino idrogeologico di tutto il sistema regionale, come opera di grande civiltà e modernità, che renderebbe navigabili 150 km di percorsi. Non sarebbe un sogno passare dal centro di Milano per andare al mare!
Esprimendo soddisfazione per gli importanti obiettivi politici che sono stati raggiunti, come l’inserimento nel PGT (Piano di Governo del Territorio) della tutela paesaggistica delle acque di Milano e la valutazione di fattibilità della riapertura, si chiede al Comune e al Vicesindaco, De Cesaris, presente tra i relatori, di una capacità decisionale e un invito ad aprire delle procedure speciali per procedere nel progetto.
E’ quindi a seguire, interviene Ada Lucia De Cesaris, Vicesindaco nonché Assessore all’Urbanistica, che ammette prontamente la straordinarietà del progetto, non nascondendo preoccupazioni e perplessità, ma senza dubbi nel metterci “cuore, faccia e volontà”, invitando i cittadini a fornire quel forte appoggio e consenso che servono per cambiare in meglio vita, luoghi abitudini.
Dopo questo intervento, viene proiettato il contributo video con le interviste di due ex sindaci di Milano che esprimono un parere positivo: Marco Formentini, sindaco dal 93 al 97 e di Carlo Tognoli, sindaco dal 76 all’86.

Segue l’intervento di Sonia Cantoni, Presidente Fondazione Cariplo che esalta le possibilità di questo progetto per la città, che ne ha fatto “domanda forte”, puntando sulla qualità di vita per i cittadini, in termini di bellezza, svago, sport, incontro, silenzio, vuoto, senso dell’acqua, mobilità, valorizzazione immobili, turismo, benessere e cultura. La Fondazione si propone quindi di attivare le leve che garantiscono un futuro sostenibile, di promuovere la diffusione della cultura e del benessere, la mobilità sostenibile e la riqualificazione degli spazi aperti.
Anche Simon Paolo Buongiardino, Consigliere di Unione ConfCommercio e nella Consulta dei Referendum, sostiene il progetto che formerebbe coni di aggregazione di una Milano città d’acqua.
Franco Iseppi, presidente Touring Club Italiano, afferma che Milano appartiene a chi ci vive! Considera il progetto un intervento coraggioso per ridare alla città una dimensione orizzontale, che darebbe la giusta discontinuità con il pesante sviluppo verticale degli ultimi anni e non ha esitato a fare pressione sulle banche per stimolarle al finanziamento del progetto.
In questi giorni è uscito anche un suo articolo molto interessante sul Corriere della Sera
Segue il contributo video di Philippe Daverio: L’Italia va salvata, la comunità dell’intera Europa trova in Italia le sue radici: Francia e Germania, molto devono all’esperienza italiana dei Navigli. E’ una Utopia, sì, meno pericolosa dell’ideologia, perché sognare è importante: tutto ciò che va verso l’utopia è utile, ciò che va contro è inutile. Cita poi il tema di Expo feed the Planet, Nutrire il Pianeta e quindi espone questa visione utopistica e utile di portare il verde e gli alimenti in città, per mezzo di imbarcazioni, fino alla Darsena, che diventerebbe un grande mercato: il futuro dell’Italia di domani è nella qualità degli alimenti. La realizzazione di un “mondo garbato”.
Il Professore Antonello Boatti, imprescindibile punto di riferimento del progetto, esprime soddisfazione per l’integrazione al PGT di Milano, “non è poco”. Vede il progetto come “democratico”, che dalla periferia porta verso il centro, con la stessa cura, stessa condivisione dei luoghi. E’ soddisfatto anche per la firma della convenzione quadro per lo studio di fattibilità che si sancisce pubblicamente oggi: è un primo passo molto importante (vedi anche post precendete).
Ribadisce il problema, emerso anche nell’incontro di MilanoSìMuove, per l’acqua pulita che dovrebbe passare nella Cerchia e quindi la risoluzione delle piene del Seveso, con l’idea di una navigazione con barche fino a 25 persone, nei due sensi, ripristinando alcune conche storiche e costruendone di nuove. Funzioni più moderne di un tempo possono essere pensate durante la realizzazione, come la sistemazione del teleriscaldamento e l’illuminazione idroelettrica lungo il canale.
Il Professore Giorgio Goggi ricorda che l’operazione di chiusura che partì negli anni 20 per completarsi negli anni 60, fu un’operazione speculativa che non aveva nessuna altra ragione, in quanto i problemi tecnici e di igiene delle acque, che ogni tanto qualcuno adduce, erano stati risolti già nel 1800 con le fognature. Denuncia inoltre la necessità di un intervento sul sistema viabilistico del centro, ricordando che la Cerchia di Navigli al momento è percorsa dalle auto come un’autostrada, dove si raggiungono punte di velocità elevate, a maggior ragione se si pensa di essere i certi casi a pochi metri dal Duomo!
Chiude l’incontro, l’Arch. Andrea Cassone, Vicepresidente di Riaprire i Navigli, sottileando come si sta ponendo l’attenzione sulla pluralità delle domande che un progetto di questo tipo fa emergere, la complessità delle tematiche da affrontare e all’obiezione maggiore che ci si sente porre “ma come, con questa crisi?”: risponde che sì, è il momento di una grande opera pubblica che faccia da punto di riferimento e orgoglio per tutti, come diceva Goethe:
C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sè genio, potere, magia. Incomincia adesso.